Il blackbirding è la cattura degli indigeni di alcune isole dell'oceano Pacifico tramite l'inganno e il rapimento per farli lavorare in condizioni prossime alla schiavitù. A partire dagli anni 1860, le navi per la pesca dei merluzzi dell'oceano Pacifico iniziarono a cercare lavoratori per estrarre i depositi di guano sulle isole Chincha in Perù.[2] Nel decennio successivo, il commercio di uomini si concentrò sulla fornitura di lavoratori alle piantagioni, in particolare a quelle di canna da zucchero del Queensland e delle Figi.[3][4] La prima pratica documentata di un grande traffico di lavoratori della canna da zucchero avvenne tra il 1842 e il 1904. Queste persone venivano reclutate tra le popolazioni indigene delle isole del Pacifico prossime al Queensland settentrionale. Anche nei primi anni della raccolta di perle nell'Australia Occidentale a Nickol Bay e Broome furono utilizzati lavoratori provenienti dalle isole.
Il blackbirding è continuato fin quasi ai giorni nostri nei paesi in via di sviluppo. Un esempio è il rapimento e la coercizione sotto la minaccia delle popolazioni indigene dell'America centrale per lavorare come braccianti nelle piantagioni della regione, dove furono esposti a pesanti carichi di pesticidi e sottoposti a lavori massacranti per pochissimi soldi.[5]
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